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Nel nostro Paese, dati AICPE (Associazione italiana di chirurgia plastica estetica), sarebbero 12mila nel 2014 i tattoo-pentiti. “Certe scelte si fanno da giovani, senza pensare che si tratta di un segno che ci accompagnerà per la vita”, dice il dottor Luca Siliprandi, vicepresidente di Aicpe. “Molti si stufano, cambiano gusti e passioni, dunque decidono di rimuovere il disegno o la scritta. Alcuni lo fanno per motivi di lavoro: non avere tatuaggi o piercing è obbligatorio per chi entra nell’Esercito o in Polizia, Carabinieri, Finanza. Altri rinunciano perchè non è più tempo di esibire un tattoo ormai “sfaldato” per effetto dell’età”.