I successi ottenuti nella terapia delle più svariate patologie dermatologiche mediante metodiche di Medicina Rigenerativa sono stati illustrati in occasione del “Secondo congresso internazionale sull’uso di fattori di crescita, terapia cellulare e plasma ricco di piastrine in dermatologia”, svoltosi a Milano il 18 e il 19 gennaio 2013, in cui si sono riuniti i maggiori esperti internazionali del settore.
La metodica di medicina rigenerativa più utilizzata attualmente è il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) che trova applicazione, con risultati molto incoraggianti e a volte sorprendenti, e senza comportare effetti collaterali comuni invece alle terapie farmacologiche o fisiche, nelle principali patologie a carico dei capelli e del cuoio capelluto (alopecia androgenetica maschile e femminile, alopecia areata, lichen plano pilare, lupus eritematoso discoide, follicolite decalvante), della cute (rosacea, acne giovanile, vitiligine, lichen sclerosus, morfea) e nel ringiovanimento cutaneo, in quest’ultimo caso abbinato ad infiltrazioni di acido ialuronico e al laser CO2 frazionato.
Le piastrine sono cellule del sangue discoidali, prive di nucleo e ricche di fattori di crescita (PDGF, VEGF, TGF-beta, EGF, FGF, IGF) contenuti negli alfa-granuli, in grado di stimolare altre cellule quali fibroblasti, cheratinociti, condrociti, cellule muscolari, cellule endoteliali, macrofagi e neutrofili, previo legame con recettori di membrana specifici, favorendo i processi riparativi e rigenerativi.
I fattori di crescita piastrinici trovano applicazione, oltre che in dermatologia, tricologia e medicina estetica, anche in chirurgia plastica e ricostruttiva, in chirurgia ortopedica, oftalmologia e odontoiatria.
Nel maggio 2012, la Società Italiana di Medicina Immunotrasfusionale (SIMTI) ha messo a punto delle Raccomandazioni, con lo scopo di fornire un indirizzo agli operatori del settore. In particolare, l’utilizzo del PRP e di altri emoderivati, già regolato dal Decreto Legislativo 261 del 20/12/2007 e autorizzato anche in strutture esterne ai Dipartimenti Immunotrasfusionali da specifiche Direttive Regionali, è ammesso solo con dispositivi medici marcati CE per l’uso specifico secondo la Direttiva 93/42/CE (classe IIa o superiore).
Grande interesse suscita attualmente anche l’utilizzo di cellule staminali autologhe (ADSc), non consentito attualmente in Italia, ma possibile rivolgendosi a strutture di eccellenza specializzate in terapie avanzate, ad esempio nella Repubblica di San Marino.
Le cellule staminali, ottenute dal tessuto adiposo del paziente mediante una liposuzione effettuabile dal chirurgo plastico anche in Italia, vengono inviate al centro specializzato estero di riferimento dove vengono separate dalle cellule stromali mediante cavitazione ultrasonica, coltivate per 4 settimane e sottoposte a numerosi controlli di qualità per poi essere infiltrate nelle sede prescelta.
Le cellule staminali autologhe, una volta iniettate, svolgono azioni antinfiammatorie e rigenerative. Il loro utilizzo ha indicazioni sovrapponibili a quelle del PRP ma, al netto della minore casistica internazionale, della maggiore complessità della metodica e dei costi più levati, sembrerebbe garantire risultati ancora più brillanti.
a cura di Cristina Zambelli Franz
Specialista in Dermatologia
Clinica Cittàgiardino Padova