Sono sempre più numerose le persone, per lo più donne, che si rivolgono al dermatologo a partire dai 40-50 anni lamentando prurito, sensazione di fastidio o di bruciore al cuoio capelluto associati ad un diradamento più o meno significativo dei capelli.
Una volta escluse, con un accurato esame obiettivo, un’attenta anamnesi ed eventuali esami ematochimici, vere e proprie patologie del cuoio capelluto o dei capelli, questi disturbi negli ultra quarantenni sono attribuibili all’aging del cuoio capelluto.
Con l’avanzare dell’età, infatti, il cuoio capelluto, come la pelle che riveste gli altri distretti corporei, va incontro ad un processo di invecchiamento spesso trascurato o misconosciuto dagli stessi addetti ai lavori.
Il tempo che passa provoca una serie di modificazioni anatomiche e fisiologiche lente ma progressive tra le quali il riassorbimento del tessuto adiposo sottocutaneo e la diminuzione della produzione di acido ialuronico e di collagene che danno sostegno e turgore alla cute, con diminuzione dello spessore del cuoio capelluto stesso.
Anche i bulbi piliferi subiscono una vera e propria miniaturizzazione fino alla possibile atrofia, con il risultato che i capelli diventano sempre più sottili, più corti e meno pigmentati.
E’ quello che si definisce il cronoaging del cuoio capelluto, ovvero l’invecchiamento dovuto allo scorrere degli anni, influenzato anche da fattori genetici.
Quando cominciano a comparire i primi segni del cronoaging, per migliorare il benessere del cuoio capelluto e dei capelli, lo specialista può consigliare un integratore alimentare personalizzato che fornisca aminoacidi, vitamine e antiossidanti; shampoo esfolianti che rimuovano sebo, squame e polveri che si depositano sul cuoio capelluto irritandolo e lozioni contenenti principi attivi lenitivi e idratanti formulate “su misura”.
In questi casi è indicata anche una vera e propria terapia antiaging da eseguire in studio, ovvero la biostimolazione del cuoio capelluto con acido ialuronico, che gli restituisce morbidezza e turgore e stimola la produzione di fibre elastiche e collagene, meglio ancora se associato a vitamine e aminoacidi che ne potenziano l’azione di stimolo sul bulbo pilifero.
Come succede alla pelle del volto e delle altre aree più esposte alla luce del sole, anche il cuoio capelluto subisce i danni provocati da sole in quanto la protezione offerta dai capelli nei suoi confronti è spesso insufficiente, soprattutto se i capelli sono molto diradati.
Il danno cronico da sole si manifesta con indurimento del cuoio capelluto (fibrosi), dilatazione dei capillari superficiali (teleangectasie), comparsa di macchie brune (lentigo solari) e talvolta addirittura di cheratosi attiniche o di veri e propri carcinomi cutanei.
Il complesso di queste alterazioni si chiama photoaging.
Per prevenire le neoplasie del cuoio capelluto, il dermatologo saprà consigliare al proprio paziente modalità di fotoprotezione personalizzate, dal copricapo più idoneo, al solare in gel o spray formulato appositamente per il cuoio capelluto, all’integratore alimentare a base di principi attivi antiossidanti. In caso di cheratosi attiniche, il loro trattamento prevede a seconda dei casi la prescrizione di appositi farmaci antitumorali in crema da utilizzare a domicilio oppure la terapia fotodinamica, la crioterapia o la laserterapia mentre per i sospetti carcinomi è d’obbligo la loro escissione chirurgica.
dott.ssa Cristina Zambelli Franz
specialista in Dermatologia e Venereologia
Clinica Cittàgiardino, Padova