ragazza si guarda allo specchio

Il principale disagio psicologico connesso all’acne è dato dal fatto che la pelle, specialmente quella del viso, rappresenta uno dei nostri principali tramiti con il mondo.

Questo influisce sulla sfera della nostra identità e quindi sul nostro “IO”.

L’io si forma nelle prime fasi di vita, esiste un “Io ideale” ed un “Io reale”.

Il primo si genera da quello che Freud (1895) ha definito “narcisismo primario”, che potrebbe essere definito in modo naiv amor proprio o sano egoismo.

Questo aspetto se presente in misura equilibrata ci spinge al miglioramento e/o al raggiungimento di certi obiettivi. Ma se risulta essere totalizzante crea un divario troppo grande dall’ “Io reale” e questa frustante lontananza è una delle principali concause dell’insoddisfazione corporea.

Erikson, uno dei più importanti studiosi della psicologia dello sviluppo, divide le fasi della nostra vita in Cicli: “una serie dei periodi critici dello sviluppo che implicano un conflitto da affrontare e risolvere prima di procedere in avanti.

Questi sono:

Fiducia – Sfiducia (0-1 anni); Autonomia – Dubbio (2-3-anni); Iniziativa – Senso di Colpa (4-5-anni); Industriosità – Senso di Inferiorità (6-12 anni); Identità – Confusione dei Ruoli (13-18 anni); Intimità – Isolamento (19-25 anni); Generatività – Stagnazione (26-40 anni); Integrità dell’Io – Disperazione (41 anni in poi).

Premesso che il superamento dell’età anagrafica non comporta purtroppo il superamento del conflitto in essa generato (quindi è possibile ad esempio riscontrare lacune riguardanti il “senso di colpa” in soggetti ben più grandi di 5 anni), possiamo notare come il periodo di maggior insorgenza dell’acne (13-18 anni) riguarda proprio un conflitto che coinvolge l’Identità.

È importante sottolineare che, a livello psicologico, a questa età è normale che l’identità non sia del tutto formata (d’altronde è proprio lo scoglio da superare secondo Erikson) e questa si forma attraverso il confronto e con l’esclusione/inclusione nel gruppo dei pari. Ruolo centrale hanno per altro i genitori nel comprendere questo fenomeno che ha profonde valenze psicologiche e che, se trascurato, può portare a cicatrici non solo sulla pelle ma che dell’anima.

Nei casi più gravi si assiste ad un vero e proprio ritiro sociale della persona affetta da acne e nei casi più gravi e complessi anche a tentativi di suicidio.

Da un’indagine dell’Italian Acne Board emerge come solo l’8% dei soggetti con acne si rivolga al Dermatologo e questo dato appare sconcertante se si pensa alla sofferenza anche psicologica che questa patologia comporta. Va specificato che il grado sofferenza psicologica non è proporzionale alla gravità dell’Acne.

È importante per tanto che anche il sostegno psicologico sia di tipo specialistico, che miri cioè al sostegno dell’Io e a promuovere le abilità e le risorse al fine di poter gestire ed affrontare anche e soprattutto le situazioni sociali, come suggerisce il Model of Psychosocial Distress & Intervention for Individuals with Visible Differences (adapted from Kent, 2000).

Studi scientifici dimostrano che un sostegno psicologico specialistico correla positivamente con l’aumento della qualità della vita e con l’aderenza al trattamento proposto dal dermatologo.

Fondamentale è l’attività di informazione e prevenzione, dato che questo fenomeno è spesso collegato a gravi fatti quali il bullismo, che si trasforma in età adulta in casi di mobbing e/o burn-out. Purtroppo questi fenomeni cambiano nome con riferimento all’età ma mantengono di fatto gli stessi negativi parametri e caratteristiche.

È attraverso un’attività congiunta e interdisciplicare che crediamo di poter offrire il miglior trattamento al paziente che non è solo pelle o mente ma un’inevitabile commistione di innumerevoli e sfaccettati aspetti.

Dott.ssa Francesca Nobile
psicologa-psicoterapeuta
esperta in Psychology of Appearance